Gli stili architettonici più diffusi
L'aspetto odierno di città e paesi oggi si presenta molto variegato rispetto al passato, poiché ai classici stili se ne sono aggiunti altri ricchi e con sovrapposizioni di movimenti che hanno spesso viaggiato per il mondo, adattandosi a climi, paesaggi ed esigenze culturali differenti. A tale proposito, ecco una carrellata degli stili architettonici più diffusi che è possibile incontrare viaggiando da città a città.
Lo stile classico
Un termine generico che si riferisce agli stili di costruzione che hanno avuto origine nell'antica Grecia e a Roma, sintetizza la parola architettura classica. Si tratta tra l'altro di una tendenza sempre in voga e che continua ad influenzare costruttori e designer di tutto il mondo. Alcuni degli edifici più famosi si basano infatti su antichi disegni greci e romani, ed inoltre l'architettura classica si concentra su simmetria e proporzioni; colonne con dettagli dorici, ionici o corinzi, l'uso di materiali come marmo, mattoni e cemento e motivi di design come modanature interne, tetti a falda media, grondaie scatolate, bordi decorativi delle porte e frontoni rotti sopra la porta d'ingresso. Quanto appena descritto è solo un esempio di come si presentano le decorazioni in stile classico.
Il neoclassico
L'architettura neoclassica si riferisce a uno stile di edifici costruiti intorno al 1750 e fiorita nei secoli XVIII e XIX. Mentre quella greca utilizzava prevalentemente elementi classici come colonne con dettagli dorici o corinzi, il neoclassicismo è caratterizzato invece da un revival su scala più ampia. Alcuni degli edifici istituzionali e governativi più famosi e facilmente riconoscibili in Europa e negli Stati Uniti sono quindi in stile neoclassico, come ad esempio la Casa Bianca e il Campidoglio. L'architettura del revival greco si ispira inoltre a simmetria, proporzione, semplicità ed eleganza degli antichi templi greci del V secolo a.C.
L’industrial
Termine generico utilizzato per descrivere gli edifici costruiti per facilitare le esigenze dell'industria, l'architettura industriale comprende una gamma di tipi e stili di costruzione che mescolano funzionalità e design e che possono essere trovati in tutto il mondo industrializzato come fabbriche, magazzini, fonderie, acciaierie, silos per il grano, distillerie, birrifici, raffinerie, centrali elettriche e altre strutture. I primi edifici furono costruiti nel 1700 durante la rivoluzione industriale che ebbe luogo principalmente in Gran Bretagna dal 1760 al 1840 circa. Oggi tuttavia quando ci riferiamo all'architettura industriale, intendiamo principalmente palazzi costruiti con l'uso di nuovi materiali come metallo e cemento, nonché a metodi di produzione di massa provocati dalla seconda rivoluzione industriale della fine del XIX e all'inizio del XX secolo e che ha introdotto l'uso di mattoni per l'architettura moderna. Le caratteristiche dello stile industrial possono includere tra l’altro grandi planimetrie aperte, soffitti alti, materie prime grezze come cemento, mattoni e metallo, mancanza di ornamenti sulla facciata dell'edificio, mattoni a vista, condutture, tubazioni e grandi finestre con griglia metallica.
Lo stile architettonico moderno
L'architettura moderna si riferisce allo stile fiorito tra l'inizio e la metà del XX secolo. Rifiutando gli stili ornamentali del recente passato, privilegia però le linee pulite, un design funzionale, planimetrie aperte e mette in evidenza materiali come acciaio, cemento, ferro, vetro, legno, mattoni e pietra. Si tratta tra l’altro di un focus sull'integrazione dell'architettura nel paesaggio naturale o con l'uso di grandi finestre per far entrare luce e aria, quindi possiamo definirlo uno stile che mira a salvaguardare l’ambiente e riduce sensibilmente i consumi energetici con una conseguente diminuzione dell’inquinamento ambientale. Oggi una miriade di designer hanno trasformato il paesaggio e il mondo dell'interior design con mobili moderni che si richiamano alla metà del secolo scorso e che continuano ad essere oggi molto popolari in ogni angolo del mondo.