Storia delle viti: dalle origini ad oggi
Che si tratti dell’armadio di casa o del razzo spaziale di ultima generazione, nessuna applicazione in campo ingegneristico potrebbe esistere senza l’ausilio di un piccolo, ma fondamentale componente.
Spesso invisibili e nascoste per un senso di eleganza, le viti hanno avuto per secoli un’importanza fondamentale nello sviluppo di nuove tecnologie, tutto con un unico scopo: semplicità e affidabilità.
Le viti con tutte le loro declinazioni meccaniche hanno tutt’oggi un ruolo fondamentale sia in ambiti strutturali che in campi assemblativi, e come tutte le invenzioni così comuni e diffuse, è naturale la domanda: ma come sono state inventate?
Origine delle viti
La paternità dell’invenzione di questo versatile componente è estremamente dibattuta, non solo dal punto di vista geografico, ma anche temporale.
I primi utilizzi registrati dagli storici risalgono addirittura al primo secolo avanti Cristo, nella zona mediterranea.
Considerando il periodo storico, non ci si deve di certo immaginare le minuscole viti metalliche che compongono ad oggi gran parte del mercato globale, infatti il materiale con cui venivano realizzate non era ovviamente il metallo, con il quale vennero prodotte intorno al quindicesimo secolo, ma il legno.
Anche le dimensioni erano tutt’altro che contenute, dovendo sopperire alla debolezza strutturale del legno sotto torsione.
Il loro utilizzo, ampiamente anticipato dalla zona di interesse citata precedentemente, era da ricercarsi nelle produzioni di olio d’oliva e vino, dove un sistema elicoidale assisteva gli schiavi alla spremitura e alla torchiatura delle materie prime come, appunto, olive ed uva.
Tornando al già citato quindicesimo secolo, è questo il periodo che vide la prima produzione delle viti in metallo.
Essendo però la loro realizzazione estremamente costosa e non vantaggiosa per le aziende, gli esemplari risalenti a quel periodo sono estremamente rari e spesso ricercabili in applicazioni di unione di due o più pezzi.
Per la diffusione di massa bisognerà aspettare la fine del 1700, quando l’inventore Jesse Ramsden inventò il primo macchinario per la produzione automatica delle viti, attualmente paragonabile ad un tornio, che ispirò numerosi investitori dell’epoca a migliorare le proprie industrie includendo il nuovo macchinario e favorendone quindi la produzione e la diffusione.
Per la prima volta, a partire dal 1770, i macchinari erano in grado di replicare la filettatura delle viti in maniera precisa, garantendone l’affidabilità e la replicabilità in grande scala.
Si arriva quindi al ventesimo secolo, dove a partire dai primi anni del 1900, la vite venne reinventata, o meglio, la testa che fino ad allora aveva una forma ben specifica, cambiò.
Venne introdotta sul mercato la vite Robertson, dal nome del suo inventore, che presentava nella parte superiore un incavo quadrato, permettendo quindi agli operai delle catene produttrici di non far scivolare il cacciavite, riducendo così i danni a persone e oggetti.
Per quanto possa sembrare un cambiamento minuscolo e ridicolo, fu il cambiamento che permise di abbassare notevolmente i prezzi di produzione e vendita della Ford Model T, che all’epoca della sua commercializzazione montava più di 700 viti Robertson.
Attuali tipologie ed utilizzi
Con un salto temporale meno fondamentale dei precedenti, si arriva al ventunesimo secolo, quando le viti sono uscite dall’utilizzo prettamente industriale e hanno trovato una diffusione anche nei prodotti di uso quotidiano come l’elettronica e la meccanica di consumo.
Ovviamente l’innovazione non si è arrestata, investendo in un progresso focalizzato sui materiali più resistenti, abbassandone i costi di produzione.
Ad oggi troviamo infatti viti in leghe metalliche che utilizzano la tempra in olio per la modellazione e una tempratura a quasi 350 gradi Celsius per rafforzarle.
Le grandi aziende produttrici
In un mercato così ampio e proficuo non hanno tardato ad immettersi innumerevoli aziende che hanno fatto del proprio servizio clienti la loro forza.
Forti di una qualità del prodotto ormai sempre più standardizzata da regole rigide,
Non si può quindi non citare un’azienda tutta italiana che dal 1946 produce viti e bulloni non solo per la nazione intera, ma per il mercato internazionale.
La bulloneria Villa, raggiungibile al sito www.bulloneriavilla.it, è riconosciuta da appassionati e da professionisti come tra le più affidabili e rispettose del territorio.
È da menzionare anche il loro impegno sociale ed ambientale che da decenni caratterizza il loro operato.
Di fronte alla già citata standardizzazione delle qualità produttive, a noi clienti, fornitori o collaboratori non resta che affidarci ad aziende solidali e competenti nel loro settore.