Quanto il COVID-19 impatterà sulla nostra psiche nel futuro?

La pandemia Covid-19 attualmente ancora in corso, ha avuto un grandissimo impatto non solo a livello di salute fisica, ma anche sul benessere mentale degli individui. A causa di questo nuovo virus, è stato scosso totalmente il tessuto sociale, dal momento che ogni individuo è stato colpito dalla pandemia. Il coronavirus non conosce status sociale od economico, insinuandosi lentamente nella psiche e scatenando una serie di sintomi sino ad ora nascosti.
In fondo, come si può tornare sin da subito a condurre una vita normale quando il sentimento che prevale è l’incertezza? Il covid-19 ha colpito il mondo intero su vasta scala, raggiungendo tutti gli aspetti della vita umana. Con le attuali misure legislative ed amministrative che prevedono anche il blocco del lavoro per alcune categorie e lo smartworking per altre, è stato compromesso gravemente lo stato mentale di individui che normalmente sarebbero stati considerati sani.
I livelli di stress sono aumentati significativamente, a causa di preoccupazioni forti, ansia e sintomi affettivi. Le restrizioni delle attività in tutti i settori della vita, che hanno condotto all’isolamento sociale, hanno reso l’individuo vulnerabile al rischio di sviluppi di psicopatologie.
Covid-19 e salute mentale: perchè la ripresa sarà lunga
La pandemia creata dal coronavirus non si può semplicemente descrivere con le parole. La distruzione mentale è lenta e inesorabile ed influenza tutta la popolazione. Anche gli operatori sanitari non sono stati risparmiati dagli effetti psicologici del Covid-19, portando allo sviluppo di sintomi nuovi e sintomi latenti.
La pandemia viene letta dai nostri registri inconsci come panico, sospetto, paranoia, pregiudizio e rabbia. L’uomo, in questo momento, si ritrova a sentire un forte bisogno di immaginare il futuro che lo attende. Diventa quindi naturale chiedersi: come sarà il mondo post coronavirus? Lo spettro della pandemia ha infettato tutti. La causa può essere fatta risalire al numero sempre crescente di casi positivi della malattia, dell’aumento degli scenari di povertà e di uffici e scuole chiuse.
Con l’arrivo del 2021, si è assistito ad un nuovo ceppo del virus, che si diffonde più velocemente, e molti paesi europei hanno imposto ancora una volta il blocco nazionale o regionale. Ancora oggi, la malattia continua a spostarsi rapidamente, toccando persona dopo persona, come una sorta di staffetta della paura, che non fa altro che divorare tutte le certezze umane.
Il coronavirus è più di una semplice malattia: ipotesi sul futuro
Sulla scia della seconda ondata di infezioni, i blocchi sono tornati in molti paesi d’Europa e negli Stati Uniti. Nonostante il lancio del vaccino contro il Covid-19, non si è ancora certi di una data che metta fine a questo incubo.
Per questo, un modo per affrontare il presente è quello di adattarsi al cambiamento della propria vita. Anche se ormai indossare la mascherina, evitare luoghi affollati, lavorare da casa, ecc. sono dei cambiamenti che ormai si vivono con una apparente normalità, si attende ancora che la pandemia termini e si recuperino i modi inconsci di vivere di nuovo.
Tanti ormai si ritrovano a fantasticare sul futuro post-corona: quando si potrà socializzare di nuovo con famiglia e amici, quando si potrà tornare a lavorare ed occupare i propri uffici o spazi commerciali e quando si potrà tornare a varcare la soglia di un centro commerciale ed uscire pieni di buste di acquisti.
La capacità umana di sognare ad occhi aperti, aiuta a lenire i nervi ormai sottoposti a stress sempre più forte. Per questo il desiderio di tornare al passato, è importante per regalare una dolce e amara fuga dall’incubo attuale.
Nonostante la creatività non possa rappresentare una risposta ad un interrogativo che ormai impera nelle menti umane, il pensiero sulla possibilità di tornare alla vecchia normalità, resta imponente.
Coronavirus e inconscio: potrebbe restare un PTSD
L’impatto psicologico della crisi del coronavirus in termini di psicopatologie come il disturbo da stress post traumatico (PTSD), depressione, attacchi di panico o insonnia, sono discussioni ormai all’ordine del giorno.
I segni di questi stati psichici generati dal virus, rappresentano le manifestazioni superficiali dei più profondi processi innescati dallo stato di pericolo posto dal virus. Per la psiche umana, questa pandemia rappresenta una minaccia mortale, una combinazione di minacce che innescano una serie di dinamiche in grado di disintegrare l’inconscio.
Il virus non entra solo nel fisico, ma anche nella mente, facendo sperimentare comportamenti inconsueti.
Il Covid-19 si inserisce in una classe di momenti terribili che mettono ombra tra realtà e immaginazione, ponendo dubbi che la mente logica non riesce a risolvere, in nessun modo.
L’idea che una persona possa ammalarsi o morire a causa dell’inalazione dell’aria rilasciata dal respiro di qualcun altro o toccando lo stesso oggetto già toccato da altri, sembra l’avverarsi di un incubo che danneggia i pensieri più intimi e oscuri di ogni uomo.
Il coronavirus ha spalancato le porte ai sentimenti più negativi ed ha posto di fronte alle proprie paure in agguato nei meandri della propria psiche.